Carnevale degli Este 2018
In maschera nella Ferrara del Rinascimento
Dame, nobiluomini e cavalieri della corte di Ercole I d’Este , e tutt’intorno la Ferrara di oggi a far festa con loro, alla maniera del ‘400. E’ così che anche quest’anno Ferrara vivrà il momento clou del suo Carnevale degli Este: con cortei storici animati dai figuranti del Palio che nel pomeriggio di sabato 10 febbraio percorreranno le vie e le piazze del centro cittadino.
Quattro giornate ricche di appuntamenti per tutte le età, fra spettacoli, conferenze, concerti, banchetti, balli in maschera, laboratori per bambini e tanti altri appuntamenti, in gran parte gratuiti, all’insegna del divertimento e della cultura, tra le sale degli antichi palazzi di corte e le vie del centro storico
In occasione del Carnevale Rinascimentale la città saprà dimostrare cosa significa davvero fare rete unendo le energie di istituzioni, associazioni e singoli appassionati, per tener alta la qualità di un evento come questo, che in un contesto di festa e allegria punta a raccontare cosa significa essere stati una capitale del Rinascimento. Il tutto cercando di attrarre in città, anche in questo periodo dell’anno, visitatori amanti della cultura, della storia e dell’enogastronomia, per far proseguire i trend turistici positivi che si sono registrati a Ferrara in questo ultimi anni.

L’ampio numero di soggetti coinvolti e il ricco programma di proposte che caratterizzano questa edizione del Carnevale dimostra quanto grande sia stato, anche quest’anno, l’impegno di tutti per strutturare al meglio la manifestazione e quanto vincente sia stata l’idea che Ferrara ha scelto di cavalcare ormai da qualche anno, puntando sulla forza della nostra storia e sulla nostra capacità di raccontarla e valorizzarla, anche in occasione del Carnevale, per consolidare l’attrattiva della città d’arte.
Sono oltre trenta gli eventi che compongono il programma della manifestazione, in maggioranza gratuiti e con la possibilità di effettuare prenotazioni online.

Tema dell’edizione 2018: I segni Zodiacali
Pellegrino Prisciani e il Caput Draconis

Pellegrino Prisciani (ante 1435 – 1518)
Pellegrino Prisciani è forse più noto nell’ambito della storia della pittura italiana come ispiratore della iconografia del Salone dei Mesi a Schifanoia, che non per il ruolo di spicco esercitato alla corte prima di Borso e poi del fratello Ercole I°. Nacque a Ferrara intorno al 1435 da Prisciano Prisciani, consigliere e ambasciatore a Venezia al servizio di Borso d’Este. Precoce maestro di nodaria presso lo Studio Ferrarese, seguì poi le orme paterne, in qualità di alto funzionario del sistema di governo estense, ad esempio come ambasciatore a Venezia, con il delicato compito di difendere i diritti degli Estensi dopo la sconfitta militare patita nella infausta Guerra di Ferrara (1482-84). In precedenza fu fin dal 1461 sovrintendente ai libri e alle scritture conservate nella torre di Rigobello (l’archivio dei documenti probanti i diritti fondamentali degli Estensi, poi noto come Archivio Segreto Estense). Non solo archivista e segretario, ma anche letterato e poliedrico umanista, fu incaricato di pronunciare l’orazione per le nozze di Ercole ed Eleonora di Aragona (1473) e per quelle dell’erede Alfonso con Lucrezia Borgia nel 1502.
Come esperto di studi astrologici fu l’ideatore della complessa trama degli affreschi di Schifanoia ai cui lavori (1469-70) sovrintese per conto di Borso, utilizzando come fonti Manilio e Albumasar e guadagnandosi, grazie ad A. Warburg, eterna postera fama tra gli storici dell’arte.
Fu anche uno storico e dalle sue Historiae Ferrariae (inedite e conservate all’Archivio di Modena) ricche di minuziose ricostruzioni attinse secoli dopo il Muratori per le sue famose Antiquitates.
Fu poi autore di studi geografici e di un trattato astronomico in volgare(Ortopasca), dedicato alla correzione del calendario per l’esatta celebrazione della Pasqua, che si colloca nel contesto di studi che sfoceranno nella riforma gregoriana del 1582 e che dimostra, nell’analisi del calendario ebraico, una sua profonda conoscenza della cultura ebraica e perfino del Talmud.
Su richiesta di Ercole, grande patrocinatore ed organizzatore di spettacoli classici, Prisciani si dedicò allo studio del teatro antico, con particolare riguardo ai luoghi di spettacolo, arrivando a comporre un trattato (Spectacula,1499 o 1501-1505), in modo da offrire al duca una soluzione per realizzare una stabile attività teatrale di corte.
Sposato due volte, con una numerosa prole, carico di anni e di onori, dispose nel testamento che il suo corpo, un anno dopo la morte, fosse traslato in San Domenico, nel sepolcro monumentale da lui fatto costruire per il padre.
Morì il 19 Gennaio 1518.